Associazione Famiglie per l’Accoglienza

Famiglie per l’Accoglienza è una rete di famiglie che si sostengono
nell’esperienza dell’accoglienza familiare – adozione, affido, ospitalità,
cura degli anziani e dei disabili – e la promuovono come bene per il
singolo e per la società. Nata nel 1982 a Milano si è ampiamente diffusa in
tutta Italia e anche a Firenze e in Toscana dal 1986.

Maggiori dettagli a www.famiglieperaccoglienza.it

*Mostra “Non come ma quello. La sorpresa della gratuità” – 22-24 settembre *

Dal 22 al 24 settembre presso il Chiostro di San Salvi, piazza di San Salvi
10 – Firenze, verrà allestita la mostra “Non come ma quello. La sorpresa
della gratuità”.

La Mostra nasce per il Meeting di Rimini 2022, per iniziativa
dell’Associazione “Famiglie per l’Accoglienza” in occasione dei suoi 40
anni.

La mostra nasce da una sfida originale: affidare al linguaggio dell’arte e
della creatività il compito di raccontare la vita che pulsa nelle storie
delle persone accolte e delle famiglie accoglienti, e vedere se l’essenza
della gratuità, della passione per l’uomo, si comunica, si trasmette non
solo nel “come” dell’accoglienza, ma riproducendo anche in altre forme,
“quello” che l’origina. Artisti che operano in campi diversi (musica,
pittura, scultura, fotografia, poesia, teatro) hanno accettato la sfida,
incontrando l’esperienza di alcune famiglie accoglienti. I lavori nati da
questo percorso sono stati protagonisti della Mostra realizzata
appositamente per il Meeting di Rimini 2022, che ha ricevuto una grande
attenzione e apprezzamento dai tantissimi visitatori. Diventata ora
itinerante, ripropone – in una forma più semplificata attraverso pannelli e
un apparato multimediale – lo stesso percorso: incontrare e conoscere
l’accoglienza attraverso gli occhi e le parole degli artisti. Il dettaglio
del programma nel volantino.

Responsabile Associazione Famiglie per l’Accoglienza APS Sede secondaria
Toscana

Tel. 329/6745830

Aiuta una famiglia ad accogliere in casa un bambino

Devolvi il tuo 5 X 1000 a Famiglie per l’Accoglienza

Cod. Fiscale 97019610159

Grest Parrocchiale “soGni GiGanti”

Parrocchia SAN BARTOLOMEO NELLA BADIA A RIPOLI  

dal 12 al 16 e dal 19 al 23 Giugno 2023 a Badia … 

Due settimane di giochi, attività e tanto altro… 

È il momento in cui sei chiamato a riscoprirti GIGANTE,

responsabile di un futuro che altro non è che l’insieme dei SOGNI di tutti.

È il momento in cui è necessario fare passi da Gigante, e restituendo a ciascuno l’entusiasmo e gli strumenti per SOGNARE INSIEME ancora e più di prima.

Che aspetti ad iscriverti al GREST? Sarai tu il protagonista!!!

Non aver paura di essere un gigante e di fare cose grandi.

L’incontro con Sofia e con il Grande Gigante Gentile ci permette di comprendere bene questa prospettiva. Entrambi i nostri personaggi sono chiamati a diventare giganti per sconfiggere il male, per salvare numerose vite. Un gentile soffiatore di sogni vegetariano e una giovane orfana si mettono in gioco pienamente, con creatività e determinazione, dandosi obiettivi ambiziosi, ma necessari.

Cosa mettere nello zaino: 

  • una maglietta bianca per le attività (da poter personalizzare)
  • una borraccia con il nome
  • la merenda di metà mattina 
  • scarpe comode per poter giocare insieme agli altri
  • quaderno ed astuccio per le attività
  • tanta voglia di divertirsi 

Partecipazione e Iscrizione: 

La partecipazione ad un Campo Scuola parrocchiale richiede l’accettazione degli impegni proposti e la collaborazione diretta alla realizzazione dell’esperienza. In quest’ottica, ogni partecipante, secondo le proprie capacità e il livello di maturazione, è invitato a dare il proprio contributo alle attività del campo-scuola, nel rispetto di sé, degli altri, degli orari e della struttura ospitante. Nello stile di sobrietà dei campiscuola, ognuno provvede personalmente alla cura e pulizia e collabora alla gestione degli ambienti e dei servizi comuni. L’iscrizione ad un campo-scuola si effettua presso la parrocchia; comporta l’accettazione del presente Regolamento. Possono iscriversi i bambini dalla seconda alla quinta elementare. Soprattutto le iscrizioni sono riservate ai bambini che frequentano il catechismo a Badia (e loro fratelli o sorelle, anche se di prima elementare). I moduli vanno richiesti a don Robert – reperibile dopo la Messa delle 8.30 o in altri orari previo accordo telefonico oppure via e-mail: parroco.badiadiripoli@gmail.com – e restituiti compilati a stretto giro unitamente alla quota di iscrizione.

Quote: 

Il contributo per la partecipazione al campo-scuola avviene all’iscrizione. La quota da versare all’atto della iscrizione: 60 € (a settimana) La quota comprende: sussidi e materiali per le attività; copertura assicurativa e le bibite e il piccolo pranzo);

In caso di rinuncia anticipata non è prevista la restituzione dell’intera somma versata. Si riserva la somma di 20 euro che serve (in anticipo) per l’acquisto del materiale necessario per lo svolgimento delle attività. 

Consigli e divieti: 

Al camposcuola, a motivo delle norme di sicurezza, ma anche per non vanificare gli sforzi volti ad offrire un’esperienza educativa intensa e socializzante, è vietato ai partecipanti l’uso non vigilato di apparecchi ad alta tensione, di oggetti pericolosi (coltelli, taglierini, accendini, puntatori laser, ecc.) e la detenzione di medicinali (se non espressamente citati nel modulo di Iscrizione). È vivamente sconsigliato portare con sé apparecchi tecnologici in genere (Mp3, iPod, walkman, tablet, giochi elettronici) che, oltre a disturbare il regolare svolgimento delle attività, interferiscono con lo spirito educativo e sociale dell’attività. Lo staff educativo si riserva la facoltà di ritirare e regolamentare l’uso di tali apparecchi durante il campo. 

Responsabilità e comportamenti: 

La Parrocchia San Bartolomeo nella Badia a Ripoli non risponde dei danni di qualsiasi natura che il partecipante dovesse subire per cause non imputabili all’organizzazione. Qualora venisse accertato che, per cause imputabili ad uno o più partecipanti, si verificassero danni alle attrezzature, ai materiali o ai locali delle strutture ospitanti il campo-scuola, l’organizzazione si riserva il diritto di chiederne il risarcimento a chi li ha causati (ai genitori in caso di minorenni). 

Comportamenti non consoni al clima del campo o che disattendono le indicazioni del Responsabile, saranno oggetto di opportuni richiami (con segnalazione ai genitori per i minorenni). Nei casi più gravi potrà essere chiesto di lasciare il campo-scuola, ogni onere a carico del partecipante (dei genitori per minorenni). 

Privacy e trattamento dati: 

Il trattamento dei dati personali raccolti all’atto dell’iscrizione al campo-scuola e durante il suo svolgimento, comprese immagini fotografiche e riprese audio-video, è finalizzato all’esecuzione di adempimenti di legge relativi all’iniziativa. I dati saranno trattati con strumenti cartacei ed informatici e non saranno divulgati a terzi. Titolare del trattamento è Parrocchia San Bartolomeo nella Badia a Ripoli – Diocesi di Firenze, responsabile del trattamento dei dati è il parroco. Per l’esercizio dei diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/2003 gli interessati potranno rivolgersi alla Parrocchia San Bartolomeo nella badia a Ripoli Via Di Ripoli, 219 -cap 50126 Firenze tel. 055/6820507 e-mail : bartolomeo.ripoli@parrocchie.diocesifirenze.it 

Orari della Giornata-tipo(possibili variazioni in base alle esigenze delle attività). 

  • ore 9.00 Ritrovo dei ragazzi, accoglienza musicale e inizio della giornata con una breve preghiera
  • ore 9.30 Giochi organizzati
  • ore 11.30 Merenda
  • ore 12.00 Attività sul tema del giorno
  • ore 12.45 Pranzo
  • ore 13.30 Laboratori
  • ore 16.00 Preghiera conclusiva
  • ore 16.15-17.00 Giochi liberi in attesa dell’arrivo dei genitori. 

ORARIO SETTIMANA SANTA 2023

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VENERDÌ 31 MARZOIn chiesa alle ore 21.00 si svolgerà la liturgia penitenziale.
DOMENICA  2 APRILEDOMENICA DELLE PALME E  DELLA   PASSIONE DEL SIGNORE
ORE 9:30 (Partenza dalla Chiesa San Pierino verso Chiesa di Badia), ORE 11:30 Santa MessaORE 18:00 Santa MessaLe Sante Messe delle ore 8:30 e 10:00 saranno unite. LA PROCESSIONE INIZIA alle 9:30 alla Chiesa di San Pierino per poi spostarci alla Chiesa di Badia.
DAL LUNEDÌ 3 AL MERCOLEDÌ 5APRILECONFESSIONE INDIVIDUALE DALLE 9:30 ALLE 12:00 E DALLE 16:00 ALLE 18:00
GIOVEDI  6 APRILEGIOVEDI SANTO
ORE 18.00MESSA IN “CENA DOMINI” AL TERMINE DELLA MESSA LA CHIESA RESTERÀ APERTA PER L’ADORAZIONE PERSONALE PER TUTTA LA NOTTE FINO ALLE 14:30 DEL VENERDÌ (In fondo chiesa trovate un foglio con i turni per l’adorazione: vi preghiamo di segnarvi per cercare di coprire tutte le ore)
VENERDI 7 APRILEVENERDI SANTO
In mattinata il sacerdote e i Ministri straordinari dell’Eucaristia porteranno la comunione ai malati che lo richiedono.
ORE 15:00Nella chiesa di Badia la Via Crucis
ORE 18.00CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE E ADORAZIONE DELLA CROCE
ORE 21.00VIA CRUCIS – SI SVOLGERÀ IN CHIESA
SABATO 8 APRILESABATO SANTO(Il Sabato Santo la Chiesa è senza Eucaristia, l’altare è nudo) 
ORE 16.00 -19.00CONFESSIONE INDIVIDUALE (E’ previsto questo orario per le confessioni per evitare la fretta prima della veglia Pasquale)
ORE 21.30VEGLIA PASQUALE
DOMENICA  9 APRILE  PASQUA DI RISURREZIONE
ORE 8:30, 10:00, 11:30, 15:00 (Alla Casa Piccola Betania) 18:00Sante Messe agli orari consueti della domenica. A tutte le sante Messe saranno benedette le uova.

Mercoledì delle Ceneri

Il mercoledì delle Ceneri, la cui liturgia è marcata storicamente dall’inizio della penitenza pubblica, che aveva luogo in questo giorno, e dall’intensificazione dell’istruzione dei catecumeni, che dovevano essere battezzati durante la Veglia pasquale, apre ora il tempo salutare della Quaresima.

Lo spirito comunitario di preghiera, di sincerità cristiana e di conversione al Signore, che proclamano i testi della Sacra Scrittura, si esprime simbolicamente nel rito della cenere sparsa sulle nostre teste, al quale noi ci sottomettiamo umilmente in risposta alla parola di Dio. Al di là del senso che queste usanze hanno avuto nella storia delle religioni, il cristiano le adotta in continuità con le pratiche espiatorie dell’Antico Testamento, come un “simbolo austero” del nostro cammino spirituale, lungo tutta la Quaresima, e per riconoscere che il nostro corpo, formato dalla polvere, ritornerà tale, come un sacrificio reso al Dio della vita in unione con la morte del suo Figlio Unigenito. È per questo che il mercoledì delle Ceneri, così come il resto della Quaresima, non ha senso di per sé, ma ci riporta all’evento della Risurrezione di Gesù, che noi celebriamo rinnovati interiormente e con la ferma speranza che i nostri corpi saranno trasformati come il suo.

Il rinnovamento pasquale è proclamato per tutta l’umanità dai credenti in Gesù Cristo, che, seguendo l’esempio del divino Maestro, praticano il digiuno dai beni e dalle seduzioni del mondo, che il Maligno ci presenta per farci cadere in tentazione. La riduzione del nutrimento del corpo è un segno eloquente della disponibilità del cristiano all’azione dello Spirito Santo e della nostra solidarietà con coloro che aspettano nella povertà la celebrazione dell’eterno e definitivo banchetto pasquale. Così dunque la rinuncia ad altri piaceri e soddisfazioni legittime completerà il quadro richiesto per il digiuno, trasformando questo periodo di grazia in un annuncio profetico di un nuovo mondo, riconciliato con il Signore.

CORSO PREMATRIMONIALE VICARIALE 2023

Gli incontri si terranno presso la Parrocchia di Corpus Domini al Bandino (via Gran Bretagna, 32 – Firenze) e saranno programmati su 7 serate con incontri di un’ora e mezza ciascuno. Si terranno di martedì, dal 24 gennaio al 7 marzo, dalle ore 21,00 alle ore 22,30

Per iscriversi usare il seguente link:
https://forms.gle/DmWJonhJy4vt8R84A

Per ricevere aggiornamenti sul corso, una volta completata l’iscrizione online, si chiede ad un membro della coppia di entrare nel gruppo whatsapp Corso Prematrimoniale 2023 accedendo dal seguente link:
https://chat.whatsapp.com/Im8W8Ogi9Pn2wqmpuda05P

IV Domenica di Avvento

d. Bernardo Artusi csl – Certosa di Firenze

 Mentre il cammino dell’Avvento ci ha portati ormai vicini al Mistero del Natale, siamo invitati a fare un nuovo passo verso la profondità, ad aderire in modo più pieno al disegno di Dio. Il testo di Isaia ci pone l’esempo del re di Giuda, Acaz, che nel 739 a.C. decide di allearsi con gli Assiri, piuttosto che con il regno di Siria e di Israele. Nonostante il richiamo del profeta a fidarsi di Dio, che non farà mancare a tempo opportuno il suo soccorso, Acaz si ostina a non chiedere un segno da parte di Dio. Nel profondo ha già scelto di seguire la sua visione delle cose, e decide di allearsi con la potenza nemica piuttosto che seguire le parole del profeta Isaia. Un atteggiamento assai rivelatore: finché non abbimo un reale rapporto con Dio, tendiamo a fidarci di noi stessi, e Dio ci piace seguirlo e servirlo finché fa quello che vogliamo noi. Vengono in mente tanti casi: come quelle famiglie, apparentemente tanto religiose, che diventano le più strenue avversarie della vocazioni dei loro figli, quando si profilano diversamente da quanto da loro immaginato. Così, una persona che manifesta una chiara vocazione alla vita claustrale, non di rado trova i suoi più forti oppositori proprio nei genitori, che fino ad allora avevano manifestato di essere tanto devoti. Insomma, quando Dio prende una iniziativa straordinaria e mette a soqquadro i nostri progetti, intervenendo nella storia – come è proprio di un Dio che ci previene e ci ama per primo –, è allora che emerge la nostra verità: la consistenza della nostra fede, oppure le illusioni religiose che crollano rovinosamente quando il nostro dio immaginato ci delude.

    Nella pienezza del tempo, al momento in cui Dio prende l’iniziativa di colmare ogni distanza nell’incarnazione del Verbo, emerge tutta la grandezza della fede di san Giuseppe. Giuseppe vive un dramma interiore, all’annuncio della gravidanza della sua promessa sposa, ed è orientato a licenziarla in segreto, cercando di proteggere Maria, di esporla il meno possibile alla pubblica riprovazione. Giuseppe sa che il bambino non è suo, e si trova in una situazione analoga a quella di Abramo: rinunciare al suo bene più caro. Ma Dio prepara per lui una via nuova di unione, di amore pieno. Ed ecco che si manifesta la giustizia, la rettitudine del cuore e la grandezza della fede di Giuseppe: egli adegua la sua vita al disegno divino, accetta di entrare interamente nei tempi e nei modi di agire di Dio, pur senza capire granché. Giuseppe dà la precedenza a Dio, al suo modo di agire sconcertante, e si fida. Così anche lui, insieme alla sua sposa, accoglie e genera nello spirito, con la sua docilità alla Parola ascoltata in sogno e nell’obbedienza della sua fede che mette Dio al primo posto.

    Anche a noi è chiesto di lasciare Dio libero di prendere iniziative nella nostra vita, e di lasciarlo agire liberamente nel suo modo paradossale, umanamente sconcertante. Il Bambino atteso, nasce “secondo la carne” e secondo lo Spirito, è Figlio della Vergine e dello Spirito Santo, e mantiene nel suo modo di essere e di agire questa sua duplice origine, divino-umana. In Cristo si manifesta una storia e una generazione divina e umana: l’Eterno si incontra con il tempo, il Creatore con la creatura, il Salvatore salva questa nostra “carne” mortale. Il suo duplice nome – di Emanuele, “Dio con noi” e di Gesù, “Dio salva” – rivela il suo segreto: non viene a mani vuote, questo Dio che si fa povero per noi. Divenendo uomo, il divino Bambino dilata con la sua ricchezza la piccolezza e la debolezza dell’essere umano a misura della vastità degli orizzonti di Dio. Ci rende partecipi della sua duplice origine: “A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio: a quanti credono nel suo nome” (Gv 1,12), canteremo nel giorno di Natale. Dio salva la nostra autentica vocazione, la vocazione dell’uomo a vivere secondo la grandezza e il respiro del cuore di Dio.

    Chiediamo la grazia di accogliere la Parola e l’agire di Dio, anche se non capiamo sempre dove ci vuole portare. Chiediamo occhi per vedere come opera nella nostra povertà la ricchezza del suo amore, nella nostra piccolezza la grandezza della sua misericordia, nei nostri ristretti orizzonti, la bellezza e la creatività dello Spirito Santo.

Natale 2022

Dal 15 al 23 DicembreLa Novena ore 18:00
Dal 19 al 23 Dicembreore 9.00 – 11.00 (Confessioni) Ore 15.30  – 18.00 (Confessioni)
Mercoledì 21 DicembreOre 9.00 -11.00 Confessioni Ore 21.00 Le confessioni (saranno presenti i sacerdoti delle parrocchie vicine)
Sabato 24/12/2022Di mattina non ci saranno le confessioni. La chiesa sarà chiusa per le pulizie. ore 15.00 – 17.30 – Confessioni Ore 18.00 Messa Vespertina nella Vigilia ore 23.00 –  Veglia e Santa Messa “della Notte” 
Domenica 25/12/ 2022
NATALE DEL SIGNORE 
ore 8.30  – S. Messa ore 10.00  – S. Messa ore 11.30 – S. Messa ore 18.00 – S. Messa
Lunedì  26/12/2022
SANTO STEFANO 
ore 8.30  – S. Messa
ore 18.00 – S. Messa
Sabato 31 Dicembre 2022ore 8.30  – S. Messa ore 18.00 – S. Messa di Ringraziamento
Domenica 1 Gennaio 2022 Solennità di Maria SS. MADRE DI DIOOre 8.30 – S. Messa ore 10.00  – S. Messa ore 11.30 – S. Messa ore 18.00 – S. Messa
Giovedì 5 Gennaio 2022ore 8.30  – S. Messa ore 18.00 – S. Messa
Venerdì 06/01/2022 Epifania del Signore ore 8.30  – S. Messa ore 10.00  – S. Messa ore 11.30 – S. Messa ore 18.00 – S. Messa

III Domenica di Avvento

d. Bernardo Artusi csl – Certosa di Firenze

Giunti a metà del cammino di preparazione al Natale, siamo invitati a gioire. E in questo invito alla gioia la liturgia esprime certamente il cuore di Dio, il suo più profondo desiderio per l’umanità: Dio ci vuole felici, ricolmi del suo Spirito, della sua Vita, più forte della morte. Eppure non ci sorprende la domanda che Giovanni Battista affida ai suoi discepoli dal carcere: “Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettare un altro?”. Una domanda che lascia trasparire un’esitazione, riguardo a “colui che deve venire”, il Messia atteso e annunciato da tanti profeti lungo i secoli. Cristo, nel suo comportamento, non doveva coincidere pienamente alle aspettative di Giovanni Battista. Più che un Messia potente e severo, egli appare mite e umile. Non certo un vincente, ma uno che si rivolge ai piccoli e ai poveri. Moralmente, sembra piuttosto discutibile, frequenta abitualmente pubblicani e peccatori. Non tiene le distanze, ma si coinvolge con i pagani: parla liberamente con una donna samaritana, perdona pubblicamente un’adultera, guarisce il servo di un centurione romano, si invita a casa di un collaborazionista dei romani. 

Giovanni Battista esita e il Cristo gli risponde, facendo sue le parole del profeta Isaia e con i segni concreti della sua azione, che si sta inaugurando un mondo nuovo. Non risponde direttamente, ma chiede a Giovanni di aprire gli occhi del cuore, gli occhi che sanno leggere con fede la storia e si lasciano sorprendere dal modo paradossale di agire di Dio. Il Dio del nostro immaginario, compie esattamente ciò che desideriamo e aspettiamo. Il Dio vivo e vero lo si conosce invece per rivelazione, ed è sempre oltre, oltre quanto ci siamo rappresentati, oltre quanto abbiamo capito di lui, oltre i nostri bisogni e le nostre aspettative. Beati quanti non si scandalizzano di lui, quanti non si scandalizzano del divario tra il Gesù reale e il Gesù sognato. Gesù lo si conosce da peccatori perdonati quale nostro Salvatore, che si manifesta nella sua misericordia. Non un concetto. Un incontro, un tocco del tutto unico e personale, che guarisce le nostre ferite, anch’esse così personali, da tracciare delle cicatrici riconoscibili, memoria indelebile sulla nostra pelle di quanto ci ha ferito, come anche del passaggio risanante di Dio.

Gesù delude le nostre aspettative umane di grandezza nel suo essere il più piccolo, infinitamente più piccolo delle nostre proiezioni. E nel farsi il più piccolo, diventa così grande al punto da incontrarci tutti.

Accogliere un tale Messia richiede una conversione. E Gesù indica anche nella persona di Giovanni Battista un segno che ci costringe a cambiare mente: non un profeta in morbide vesti, accattivante, ma un uomo del deserto, totalmente consacrato alla sua missione di annunciare, di preparare la via a colui che deve venire. La via la traccerà poi il Signore stesso, con la sua vita, e aprendo ai discepoli la strada e il modo stesso di seguirlo. Giovanni è il più grande dei profeti nel suo ruolo unico, e tuttavia il minimo nel regno dei cieli è più grande di lui. Giovanni rimane sulla soglia, sospeso nel suo vibrante desiderio, nella sua attesa, che il mite Agnello da lui annunciato colmerà. Davanti all’agire paradossale del Messia, Giovanni si pone in ascolto interrogando, rimane un cercatore della verità. 

L’invito alla gioia della liturgia di oggi risuona per tutti noi e può diventare un’esperienza personale se accettiamo che Dio ci inserisca nel suo disegno di amore, nel suo modo di amare, e lasciamo fare a lui. Allora anche per noi potranno aprirsi i nostri occhi e le nostre orecchie e saremo capaci di riconoscere il passaggio di Dio nei nostri deserti, nelle nostre pianure inaridite. Dio prende l’iniziativa, prepara il suo sentiero, fedele alle sue promesse. E continua a operare il miracolo di sfiorare il cuore dell’uomo e di risvegliarlo alla vera vita. Se rimaniamo aperti alle sorprese dello Spirito, Dio non mancherà di manifestarsi nella sua bellezza che fiorisce anche per ciascuno di noi.

II Domenica di Avvento

d. Bernardo Artusi csl – Certosa di Firenze

La liturgia di questa seconda Domenica di Avvento ci porta a contemplare la radice, il motivo della nostra più profonda speranza. Al tempo stesso, rinnova l’invito a stare svegli, a vigilare.

Possiamo sperare in pienezza perché Dio ci viene incontro, ci cerca da lontano e ha promesso che un germoglio spunterà. Esile come ogni germoglio al suo nascere, eppure forte della Vita di Dio, capace di farsi strada oltre ogni notte, ogni ostacolo, perché su questo germoglio, che ha salde radici ed è teso verso il cielo, si è posato “lo spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore” (Is 11,2), come canta Isaia lasciando intravedere un fedele ritratto del Cristo. Lui è il germoglio atteso, che si fa strada attraverso la crosta dura della nostra terra, della nostra umanità ottusa, per renderci partecipi dei suoi stessi sentimenti, per farci parte della sua Vita che può capirsi chiaramente, senza ombre, con il Padre, sorgente di ogni bontà e con il suo Spirito, che si può posare finalmente su un figlio dell’uomo, viva immagine del cuore del Padre. Questo germoglio, crescendo, “farà sentire la sua voce potente per la gioia del nostro cuore”, canta l’antifona d’ingresso. In Lui ci è promesso un battesimo, un’immersione piena in “Spirito e fuoco”, mandato per compiere la sua azione purificatrice raccogliendo i figli di Dio dispersi e bruciando la paglia (cf Mt 3,12) inutile delle nostre illusioni. 

Sì, le nostre illusioni sono meno che paglia esposta al fuoco, eppure facilmente fanno breccia nel cuore, fanno breccia nel nostro immaginario, soprattutto nella nostra mentalità religiosa. Incontriamo qui l’altro richiamo della liturgia odierna, quello alla vigilanza e alla conversione. Un richiamo che questa volta suona con la voce austera e quasi violenta del Battista: “Razza di vipere”, afferma rivolgendosi ai farisei e sadducei presenti. In realtà si rivolge a tutte le persone, di ogni epoca e religione, che si sentono perbene, a posto con Dio. Coloro che sono vittime delle loro illusioni religiose, assai pericolose, perché confondono la docilità a Dio con la soddisfazione personale e il perseguimento dei propri progetti personali. Questo atteggiamento porta a non incontrare il Dio vivente, a non lasciarsi incontrare da Lui, creando come uno schermo illusorio che impedisce la vera visione. Se non si arriva a rinunciare al nostro amor proprio e alle nostre pretese, non possiamo fare un passo per corrispondere ai progetti d’amore che Dio ha per noi. Corrispondere alla voce, autorevole e mite, che ci chiama da dentro, che ci sorride, dentro, avrebbe detto un mio amico. Allora Dio finisce per essere a servizio dei miei progetti: finisce per diventare il mio assistente universitario, direbbe qulcuno, la mia badante, o se si preferisce, il notaio che si limita a certificare le mie aspettative e la mia giustizia. A un tale Dio, si voltano presto le spalle, con delusione, perché Dio ci vuol bene e non può che deludere le nostre illusioni cieche. Anche la Chiesa deve sentirsi richiamata: non diventare pula destinata al fuoco a causa della sua rassegnazione alla mediocrità, che è l’altra faccia del perfezionismo supponente che fa a meno di Dio. Scivola presto nella mediocrità. 

Al grande pericolo dell’illusione religiosa fa da controcanto l’umile accostarsi di tante persone al Battista, semplicemente “confessando i propri peccati”. Sono stati attratti da quell’annuncio: “Il regno dei cieli è vicino”, e desiderano esserne sfiorati, non restarne fuori. E davvero nessuno è escluso, perché nessuno è pronto a priori, nessuno è a posto. Non servono sforzi di buona volontà, accenni di buoni condotta, propositi o decisioni, tutte cose inutili. Conta ammettere la propria debolezza, constatare un fallimento. Umanamente, ci sono tanti motivi per non confessare i propri peccati: perché li ignoriamo, perché ci autogiustifichiamo, perché prevale la vergogna, spia del fatto che non si è ancora conosciuto un amore così grande da neutralizzare ogni confusione e guarire il nostro senso di colpa. Non si è ancora conosciuto il vero Volto di Dio. Ogni confessore sa, invece, che il peccato nascosto, rimosso, avvelena e uccide. Esposto alla luce dello sguardo di Cristo, il peccato è invece confessione e certezza della Misericordia che copre il peccato e ci abbraccia, come solo l’Amore, divinamente, sa fare.

Prima Domenica di Avvento

d. Bernardo Artusi csl – Certosa di Firenze

La liturgia di questa Domenica inaugura un nuovo anno liturgico, che sarà accompagnato particolarmente dalla lettura del Vangelo di Matteo. La liturgia coincide anche con l’inizio dell’Avvento e i testi tratteggiano le condizioni di un cammino battesimale. La nostra vita è un cammino di conoscenza, di approfondimento, di progressiva adesione a Cristo. Ci vengono incontro l’immagine del cammino, dell’incontro, del risveglio, della vigilanza attenta, dell’illuminazione, dell’essere rivestiti di luce. Quasi a condensare, con forza, il senso della nostra vita di fede e della nostra sequela.
“È ormai tempo di svegliarvi dal sonno” (Rm 13,11), ci esorta Paolo con urgenza. Se la nostra vita di battezzati è paragonabile a un risveglio, tanto che possiamo definirci come dei “vivi tornati dai morti” (Rm 6,13), perché siamo rinati in Cristo a una vita nuova, a una vita redenta, facciamo tutti continuamente esperienza del rischio di ricadere nel sonno della morte, dell’apatia, della disillusione. L’uomo “vecchio” può sempre riemergere per tentare di affermarsi e così renderci insensibili alla Vita dello Spirito in noi. Ecco che la liturgia, mentre le giornate si accorciano di giorno in giorno, ci invita a vegliare, a non cedere al sonno. A chiedere la grazia di avere un cuore ben sveglio, recettivo, desideroso di incontrare, di lasciarsi incontrare.
Si veglia nel desiderio, facendo spazio, tendendo l’orecchio, scrutando nel buio. Non si veglia solo in momenti privilegiati della nostra vita o della nostra giornata, ma sul filo del quotidiano, fra mille difficoltà, imprevisti, prove che si possono profilare per noi, attorno a noi, per i nostri contemporanei. Come ci insegna la tradizione monastica, si veglia a nome della Chiesa, a nome di tutti. Semplicemente, stando in attesa, e chiedendo il dono di avere il cuore ben orientato verso Cristo.
Così ci è dato di camminare, nella luce del Signore che ci illumina da dentro: luce che ci è data dalla Parola, dalla Chiesa, non ci trasmette qualche nozione astratta su Dio o sulla morale: no, è una luce che illumina salvando, perché ci mette in cammino verso la vera Luce, che promette di colmare le attese del nostro cuore, anche se è notte. Senza tale luce che risplende dentro, rimaniamo nel sonno dell’incoscienza e nel buio delle nostre supposizioni, delle nostre illusioni, delle nostre aspettative deluse. Una luce che ci invita a discernere, a scegliere verso dove muovere il prossimo passo, anche quando il cammino avanti si snoda tra molte incognite e non ci è dato vedere lontano.
Il salmo responsoriale ci invita: “Andiamo con gioia incontro al Signore”. Andiamo incontro al Signore risorto, Lui ci attende alla meta e tante volte lungo il percorso si lascia riconoscere. E ogni riconoscimento dà gioia, dà forza ai nostri passi. La nostra forza, la gioia, la luce vengono da Cristo, che ci chiama a camminare verso il Mistero del suo rinnovato incontro.
Un nuovo cammino, senza sapere come si snoderà il cammino. L’attesa può essere estenuante, per questo conta la qualità della nostra vigilanza: se attendiamo nell’angoscia della paura o piuttosto nella certezza del cuore che ricorda e ama. La paura blocca, paralizza, esaurisce le nostre energie, ed è sempre cattiva consigliera, finendo per renderci prigionieri del nostro io.
L’attesa nell’amore guarda a Dio, che sa. E la Chiesa ci raduna amorosamente in ascolto della Parola perché cresca con i suoi lettori; la Chiesa ci riunisce attorno al banchetto della Vita, perché, nutriti interiormente ricordiamo che l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori, anche se il nostro cuore spesso dimentica o tradisce. L’amore di Dio ci abita, anche se in modo oscuro, così da farci pellegrini, liberi cercatori, in attesa dell’incontro che salva. Ringraziamo per questo tempo che ci è donato per deciderci a vivere per Cristo, in Cristo, quali figli della luce.